Un volantino di solidarietà al csoa Mayday (Spezia) comparso a Genova.
Guardati intorno! Cosa vedi?
Ci stanno portando via le ultime gocce d’umanità. La gente automatica si sveglia all’ora prestabilita, compie gli stessi gesti da anni, cammina nella stessa direzione, verso il lavoro che divora le loro energie; si muovono senza emozioni tra le vetrine, senza nemmeno una birra in mano perché ormai è illegale, incapaci perfino di provare noia; con in testa amori e odi artificiali prodotti in serie, ormai dimentichi dei loro sogni, se mai ne hanno avuti; strisciano sotto le telecamere appostate ad ogni angolo delle strade, guardano con ammirazione i soldati che hanno invaso le loro città; ostili con il diverso, feroci con chi non obbedisce, diffidenti con chi pensa. I loro sentimenti sono generati dalla pubblicità, riassunti in un sms, sbandierati su Facebook, votati al conformismo più bieco.
Non è facile approfittare di un’area della città dismessa, occuparla, farne uno spazio che sia diverso da ciò che si vede intorno. Costruire rapporti umani non mercificati, portare musica libera dalla SIAE e dalla censura, arte libera e libertà di espressione, modi diversi di concepire la vita. Uno spazio dove si può ancora amare, odiare, pensare, esprimersi, vivere, essere umani. Un luogo clandestino, nel quale i clandestini sono lo sfruttamento e l’autorità.
Questi spazi si trovano nei luoghi più impensati. Appena fuori Spezia, accanto al decadentismo inumano di un’enorme ciminiera dell’Enel, c’è un’area dismessa. Era un grigiume vuoto, una di quelle rumente abbandonate dal capitale quando, momentaneamente, non intravede nessuna possibilità di guadagno. Se ne sono appropriati un gruppo di esseri umani, che ne hanno fatto un centro sociale, l’RDA MayDay.
Ma ora il capitale sta vendendo la sua rumenta e ha deciso che gli esseri umani che vi si sono insediati devono levarsi dai coglioni. Sono scomodi, scoraggiano i compratori, per di più vivono e pensano invece di obbedire. I servi del regime sono sguinzagliati, la NAZIone dedica al MayDay pagine intere delirando a proposito di muri coperti di A cerchiate e… croci celtiche (???), musica che tiene svegli dei vicini di casa immaginari e, dulcis in fundo, strade coperte di escrementi. Tutto è pronto, lo sgombero è imminente. Le merde in divisa aspettano solo l’ordine del padrone.
Ma forse hanno fatto i conti senza l’oste. Forse qualcosa non andrà secondo i loro piani. Perché c’è qualcuno che non ha intenzione di lasciarsi togliere altri spazi di movimento, altri pezzi di umanità. Almeno non senza combattere.
Il MayDay è uno spazio Occupato. Questo significa che la loro presenza è illegale, perché il tentativo di costruire una benché minima parvenza di libertà non può avvenire nei modi previsti da una legge che è stata scritta per renderci schiavi di dinamiche sociali inumane.
In un momento in cui, anche qui a Genova, si parla di legalizzare tutti i centri sociali, diventa particolarmente importante sostenere chi, non lontano, non tratta con le istituzioni.